Mese: Ottobre 2019

#CamminaMelito; Escursione a Cofolito e Monte delle Conchiglie

Domenica 3 Novembre il progetto #CamminaMelito ci porterà alla scoperta del territorio Melitese, lo farà con una sorprendete escursione qui di seguito illustrata e descritta nei dettagli.

Melito primordiale, il paesaggio preistorico di Cofolito (Prunella), il monte delle conchiglie e dei reperti archeologici.

 

DESCRIZIONE:

Il percorso proposto ha come obiettivo la riscoperta del territorio collinare melitese dal punto di vista naturalistico e storico, mediante il tragitto che partendo dalla località Prunella, piccolo insediamento di circa 800 abitanti, frazione del Comune di Melito P.S., giungerà fino al Monte La Rotta di Scano (348 m s.l.m.) nella cosiddetta zona di San Leo, caratterizzata da particolari emergenze rocciose, tra le quali la famosa e bizzarra Faccia di Pietra di Prunella, frutto del secolare processo di erosione degli agenti atmosferici sulla roccia arenaria di origine marina.

 

ITINERARIO:

Il tragitto partirà dalla località Prunella, in prossimità della piazzetta di accesso al paese, procedendo per Prunella Superiore fino all’ imbocco di un vicolo sterrato che, costeggiando verdi agrumeti delimitati da muretti a secco, ci porterà nel greto ciottoloso della Fiumara di Melito. Risaliremo la Fiumara di Melito per un breve tratto, circa 2 km, e all’ altezza di Caredia-Lacco, imboccheremo la strada sterrata che dalla località “Zavettieri” salirà in quota attraversando boschi di eucalipto, fino ad incrociare quella che era la vecchia mulattiera che storicamente conduceva al piccolo borgo di San Pantaleone, nel Comune di San Lorenzo. Ridiscendendo lungo tale sentiero sterrato, si procederà lungo la cresta del Monte La Rotta di Scano, dove avremo modo di osservare la “Faccia di Pietra” e abbracciare in un solo colpo d’occhio la vallata della fiumara di Melito fino a Musupuniti verso ovest e verso est l’impluvio del torrente Arcina con il Serro Carafi,  il monte Cappella e i suoi caratteristici calanchi, in territorio di San Lorenzo.

Continuando il cammino verso sud, all’interno di questo habitat primitivo, si attraverserà il sito di Cofolito dominato dall’omonimo monte, meglio conosciuto come “monte delle conchiglie”, di particolare interesse scientifico perché ricco di resti fossili, a conferma dei dati scientifici che attestano che in passato questo luogo era sommerso dal mare e si presenta oggi come il risultato geologico del violento sollevamento tettonico che ha plasmato e definito l’aspetto attuale del più ampio territorio pre-aspromontano. Tutta l’aria circostante è caratterizzata dalla presenza di fossili invertebrati dell’ordine dei Pterioida, della famiglia dei Pectinidae. Le conchiglie di Pecten, sono tipiche dei bassi e caldi fondali marini, testimoni duraturi della vita prima della comparsa dell’uomo; fossilizzate si rinvengono lungo i versanti e i rilievi del territorio melitese e in particolare in quest’area chiamata “San Leo”, un  avanzo del mare preistorico, quando milioni di anni fa questi versanti dell’Aspromonte erano un fondale marino ricco di vita.

Procedendo verso sud, tra pinete e oliveti, faremo una breve visita al sito di Monasterace che custodisce resti e vari reperti archeologici, tra cui una misteriosa roccia votiva con graffito scolpito nella roccia, dell’età del bronzo scoperta e studiata dal prof. Sebastiano Stranges che ci spiegherà sul posto l’importanza di tale area all ’interno del contesto territoriale melitese. A conclusione dell’escursione, si risalirà quindi per un breve tratto la strada asfaltata fino al bivio che ci riporterà a Prunella e alla piazzetta per il recupero delle auto.

 

PROGRAMMA:

ORE 08:30 raduno dei partecipanti all’ entrata di Melito di Porto Salvo presso il supermercato Ard Discount (ex Spaccio Alimentare) di fronte la rotatoria lungo la SS106;
ORE 09:00 partenza per la località Prunella, sistemazionedelle auto presso la piazzetta all’inizio del borgo e inizio escursione;
ORE 13:00 circa, consumazione pranzo a sacco presso il Monte Cofolito;
ORE 14:30 Visita alla roccia votiva con graffito scolpito nella roccia, loc. Monasterace;
ORE 16:00 Saluti e termine dell’escursione.

 

SCHEDA TECNICA

Tipo di Escursione: E (Escursionistica)
Grado di difficoltà: Media
Terreno: per lo più sterrato
Lunghezza: circa 9,30 km (A/R)
Dislivello: 374mt
Tempi di percorrenza: circa 5 ore
Acqua potabile: Presenza di fontane all’inizio del percorso all’interno del Borgo; NO lungo il tragitto.

 

ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO:

Indispensabile, scarponcini da trekking, Bastoncini da trekk, Vestuario a strati (adatto al periodo), almeno 1,5lt d’acqua, barrette energetiche, pranzo a sacco, zaino, K-way, cappellino.

 

Quota di Partecipazione: 5€ (non comprende assicurazione infortuni)

PRENOTAZIONE:

TEL/ 3470844564 (no sms) fornendo nominativo entro e non oltre Sabato 2 Novembre

*in caso di condizioni meteo avverse l’escursione sarà rinviata a data utile.

 

La Via dei Borghi approda a Ferruzzano Superiore (RC)

Domenica 27 Ottobre torna #LaViaDeiBorghi questa volta farà il suo ingresso nella splendida Ferruzzano Superiore, nota per le sue vedute straordinarie sulla vallata che si affaccia sul mar Ionio e considerata “una terrazza sul mare”, recentemente scelta per la regia di Films in uscita a breve nelle sale d’Italia e d’Europa. Avremo così l’opportunità di scoprire in anteprima le location delle Riprese “Aspromonte, la terra degli Ultimi” per la regia di Mimmo Calopresti in uscita nelle sale il prossimo 24 Novembre.

CENNI STORICI:

Il borgo sorge a 474 metri sul livello del mare, da cui dista appena otto chilometri. Per la sua splendida posizione geografica, offre uno sguardo panoramico a trecentosessanta gradi soprattutto da “Piazza della Memoria” che accoglie il visitatore sul punto più alto del borgo con la sua piccola ma moderna chiesetta dedicata al Santo Patrono San Giuseppe ricostruita dopo il devastante terremoto del 1908 e da cui si possono osservare le suggestive montagne dell’Aspromonte orientale e i vari paesi che lo circondano. Le viuzze, poi, con le caratteristiche “lamie” costituiscono un’attrattiva veramente particolare, le sue “rughe” richiamano ancora un’atmosfera antica, sospesa tra passato e presente. Ferruzzano Superiore è un borgo molto accogliente, dove la gente assapora ancora momenti di intensa vita relazionale, soprattutto durante la stagione estiva, quando arrivano non soltanto gli emigrati.

Purtroppo da alcuni decenni è vittima di un lento ed inesorabile spopolamento che lo ha reso un borgo quasi fantasma ma che nel contempo è meta preferita dal turismo di nicchia, quello che ama assaporare questi luoghi intrisi di magia e bellezza. La giornata vedrà nel suo termine un’ affascinante visita presso Villa Zephyros a Ferruzzano Marina per conoscere il Maestro Scultore e Mosaicista Domenico Carteri che aprirà in esclusiva la sua casa-mosaico in un affascinante viaggio tra colori, profumi e l’esperienza dedicata dallo stesso a realizzare un immenso mosaico che adorna tutta la casa, dove ci attenderanno delle opere scultoree enormi che raffigurano i Protogonoi, figure mitologiche che fanno parte della nostra tradizione contadina, rappresentate e meglio conosciute con il nome di Musulupe.

 

PROGRAMMA:

Ore 09:15 Raduno dei partecipanti presso il bivio per Ferruzzano Superiore (SS 106) FERRUZZANO MARINA (via Giacomo Matteotti) “pensilina fermata bus”
Ore 09:30 Partenza per il Borgo di Ferruzzano con le proprie automobili (circa 8km)
Ore 10:00 Passeggiata narrata tra i vicoli del borgo di Ferruzzano Superiore.
Ore 12:30 Pausa pranzo ( a cura dell’Associazione Rudina in collaborazione con Azienda Agricola Panzera).
Ore 14:00 Partenza per Ferruzzano Marina
Ore 14:30 Visita presso la Casa Museo Zephyros dell’Artista Scultore e Mosaicista Domenico Carteri
Ore 15:30 Saluti e rientro

 

FOTO CONTEST INSTAGRAM:  #IuntamuAFerruzzano
DEGUSTAZIONE PRODOTTI TIPICI (a cura dell’associazione Rudina e Azienda Agricola Panzera).
VISITA E INCONTRO CON L’ARTISTA DOMENICO CARTERI AUTORE DEI PROTOGONOI GIGANTI.

 

SCHEDA TECNICA:

Escursione di tipo: “T” (TURISTICO)
Grado di difficoltà: FACILE
Percorso: Urbano

 

EQUIPAGGIAMENTO CONSIGLIATO:

Calzature adeguate al tipo di percorso in centro storico (scarpe da ginnastica) vestuario a cipolla, k-way, impermeabile, cappellino, occhiali da sole, scorta d’acqua almeno 1/5 lt)-indumenti di ricambio, macchina fotografica o smartphone.

 

PER ADERIRE ALL’INIZIATIVA:

E’ OBBLIGATORIA LA PRENOTAZIONE ENTRO IL 24 OTTOBRE 2019 telefonando aI numeri 347-0844564 – 348-9308724 e fornendo il proprio nominativi e recapiti telefonici (no SMS O MESSAGGI WHASTSAPP)
Quota di partecipazione: 15€ (comprende la degustazione/pranzo)

N.B.
Non è prevista alcuna formula assicurativa per infortuni, pertanto si raccomanda di essere in piena forma fisica. L’organizzazione è esonerata da ogni responsabilità civile o penale che possa derivare dalla partecipazione “volontaria” all’iniziativa.

In caso di condizioni meteo avverse l’uscita sarà rinviata a data da stabilirsi e comunque comunicata ai partecipanti.

Le olive schiacciate, un tesoro per i palati.

Se è vero che la calabria è un complesso e variegato macrocosmo di bellezze, tipicità e millenaria storia, è vero anche che da secoli la cultura gastronomica che la contraddistingue, sia oggi tornata in auge. Questa rappresenta uno degli aspetti caratteristici ed imprescindibili della nostra terra, densa di sapori e significati che affondano le proprie origini nella tradizione contadina.
Con l’avvento del cibo bio e dei prodotti a chilometro zero in forte crescita sul mercato, consente di avere ampie visioni sul tema gastronomico delle nostre regioni, con un interesse sempre più crescente in ambito culturale dei piatti tipici, delle tecniche di preparazione, usi e significati derivanti spesso da altre culture che si sono sovrapposte nei secoli, e che oggi rappresentano l’unicità dal quale traiamo ricchi benefici. Insomma, in Calabria paese che vai e tipicità che trovi…
Oggi voglio presentarvi uno dei piatti più poveri (se così possiamo definirlo) della tradizione contadina Calabrese, tra le prelibatezze che tutto il mondo ci invidia! Stiamo parlando delle “Olive schiacciate” tipicità del mediterraneo che nell’antichità ha dato sostentamento a contadini e pastori, la classe più povera della società che sull’Olivo ha creato un “MODELLO” di ricchezza patrimoniale forse poco sfruttato!


La natura ci ha donato innumerevoli frutti e leccornie, di sicuro l’olivo è quello che tutti noi conosciamo meglio, perchè da millenni viene coltivato nelle nostre terre ed ha rappresentato sin dall’età ellenica una fonte di ricchezza importante per quella che è stata per la Calabria “La Magna Grecia. Oggi in Calabria si produce sempre meno Olio, frutto di una rigenerazione agricola che ha letteralmente sconvolto il mercato, dovuto a politiche europee poco lungimiranti in tal senso…, non dimentichiamoci che la pianta d’ulivo è essenzialmente una delle piante più sfruttabili in termini di alimentazione e non solo…. Nella cultura agro-pastorale infatti, varie parti della pianta venivano utilizzate per la realizzazione di cesti, arnesi e comunemente anche per tradizione religiosa (pensiamo all’intreccio delle foglie d’ulivo per la settimana Santa nei paesi grecofoni della Calabria) ad esempio a Bova con la tradizionale festa delle Palme o Pupazze. Anche il legno da ardere d’ulivo era tra i più usati dai panettieri del medioevo, considerato tra le qualità migliori per la panificazione e sopratutto ideale perchè riesce a dare un aroma particolare anche nell’affumicatura di salumi, formaggi e pane stesso cotto nel forno. Non smette di sorprendere la grande varietà di ulivi presenti sul territorio Italiano, tra le più coltivate, come rivela il Prof. Orlando Sculli sono le varietà: Sanota, Zinzifarica, Geracese, Carolea; ognuna delle quali dalle peculiarità organolettiche particolari.

Ma oggi parleremo in maniera molto approfondita delle “Olive schiacciate” che a mio avviso rappresentano una delle leccornie calabresi molto prelibate, tanto presenti sulle nostre tavole, servite spesso come antipasto o aperitivo ma, non dimentichiamoci che fino a 70-80 anni fa, rappresentavano un vero e proprio pasto che veniva accompagnato dal prezioso pane, uno delle fonti di sostentamento dei contadini e della gente povera che ha fatto la storia di questa terra.
Le olive schiacciate oggi fortunatamente son tornate di moda, perchè tra le peculiarità poco conosciute in ambito gastronomico. Sebbene ai nostri occhi possono apparire semplici, c’è dietro una complessa preparazione, meticolosa e molto precisa, arricchita di spezie che alla fine trasformano questo piccolo frutto in uno dei sapori più antichi e intensi della nostra terra. I nostri nonni conoscevano bene il segreti per preparare delle ottime olive schiacciate, i metodi e le tecniche per conservarle a lungo e garantire così la scorta ideale per la famiglia per tutto l’anno. Ogni casa nasconde ovviamente i suoi segreti, ogni tecnica non può essere svelata, ma ciò che abbiamo imparato da loro, oggi è uno dei segreti più importanti che arricchiscono la nostra cultura sempre più minacciata dal consumismo e dalla globalizzazione che sta deturpando il nostro modo di pensare, di vedere, e di comprendere le cose.

Mi sono spesso chiesto, quale valore potesse avere il mio peregrinare fra borghi e campagne, il mio intrattenermi con gli anziani, che fra una parola e l’altra hanno sempre rivelato alle mie orecchie un universo di saperi e sapori, per questo oggi mi sono occupato di ricercare non dico la ricetta perfetta, ma quantomeno capire le tecniche, che possono altresì variare di luogo in luogo.

 

Come preparare delle ottime olive schiacciate seguendo la ricetta antica? Nulla di più semplice e complesso al tempo stesso è la procedura che mi è stata suggerita, più facile a fare che a spiegare:

Innanzi tutto procuriamoci delle olive verdi ben grosse, le ideali sarebbero la varietà Geracese, a questo punto, schiacciate le olive servendovi di una pietra di fiume su base di legno o marmo. Togliere il nocciolo (seme) e immergetele tutte in acqua calda (non bollente) finita la procedura di schiacciamento delle vostre olive, toglierle dall’acqua calda e immergetele in acqua corrente per due giorni, cambiare l’acqua una due o tre volte al giorno facendo in modo che stiano tutte immerse mediante un peso (ideale sarebbe quella di versarle in una retina delle patate per farle stare tutte insieme e servendovi di un peso lasciate scorrere un filo d’acqua all’interno del contenitore). Al terzo giorno, scolate le olive e versatele in un contenitore abbastanza ampio, aggiungete del sale (quanto basta), una manciata di origano e del peperoncino fatto a pezzettini. Mescolate il tutto e riempite i vasetti di olive utilizzando al posto del coperchio un peso (mazzara), il peso genererà dell’acqua in superficie, scolare tutii i giorni fino alla sua scomparsa, una volta terminato il periodo, riempite il vasetto di olio di semi di girasole o di oliva, e a questo punto saranno pronte per essere mangiate e servite a tavola, come antipasto oppure come semplice contorno.
Già mi sembra di assaporarle…

APPROFONDIMENTO:

 

Tra le varierà poco conosciute e in via di estinzione la Leucolea Leucocarpa o oliva bianca. Coltivato dai monaci per produrre olio destinato alle funzioni religiose, l’olivo bianco ha delle caratteristiche interessanti. 

Tra le varierà poco conosciute e in via di estinzione la Leucolea Leucocarpa o oliva bianca. Coltivato dai monaci per produrre olio destinato alle funzioni religiose, l’olivo bianco ha delle caratteristiche interessanti. A causa della sua colorazione, in passato Leucocarpa veniva associata al concetto di purezza e per questo veniva coltivata nei pressi di chiese e monasteri. L’olio ottenuto dalla molitura (appunto detto olio del Krisma) veniva poi usato per i riti sacri, come l’estrema unzione oppure la consacrazione di nuove chiesa.

Oggi Leucocarpa sopravvive in pochi esemplari allo stato selvatico, mentre alcuni vivai la commercializzano. Se dal punto di vista agronomico questa cultivar non presenta criticità particolari, è invece difficile la propagazione per talea.

 

By Carmine Verduci

 

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