C’è un luogo in calabria, dove all’improvviso ti sembrerà di essere in Cappadocia, stiamo parlando di Zungri in provincia di Vibo Valentia.

L’antico insediamento rupestre è un villaggio rupestre di straordinaria bellezza. Localizzato ai margini del nuovo abitato, in una zona che si chiama significativamente i Fossi, nome che compare, insieme a quello di Cavernoli, già nel 1586 negli scritti di Monsignor Del Tufo (Solano 1998), è stato in parte frequentato fino a tempi non lontani.

Secondo l’Archeologo Francesco A. Cuteri  l’uso più recente di alcune grotte ha solo in parte intaccato l’aspetto originario e così l’abitato si presenta come un insediamento in cui è ancora possibile cogliere tutta la complessità e la raffinatezza del vivere in grotta. Ci troviamo, infatti, in un ambiente antropizzato dove niente è stato lasciato al caso e dove la mano esperta dell’uomo, munitasi di scalpelli e di picconi a doppia punta, ha saputo immaginare e realizzare ambienti, percorsi, servizi in cui, non di rado, è stata raggiunta la perfezione tecnica e funzionale. Qui l’uomo, forse più che altrove, ha saputo, con ingegno, misurarsi costantemente con la natura ed ha ponderato, con grande esperienza, ogni attività.L’abitato, composto da oltre una cinquantina di grotte di diverse dimensioni e forma, si sviluppa lungo un ampio costone roccioso, detto anche degli Sbariati, che si affaccia sulla fiumara Malopera.

L’insediamento, articolato su più livelli, è attraversato da una scalinata tagliata nella roccia che presenta una canaletta, anch’essa scavata, funzionale alla raccolta delle acque. Alcune grotte si articolano su due livelli e molte conservano all’interno nicchie e numerosi altri elementi funzionali alle necessità del quotidiano. Talvolta l’esterno degli ingressi è impreziosito da incisioni che, imitando i portali in pietra, ne tracciano stipiti e archi. Accanto alle abitazioni, che conservano talvolta i segni di più recenti frequentazioni (forno da pane, muri in pietra, scale in legno), è possibile registrare la presenza di ambienti destinati al ricovero degli animali, altri ancora che conservano piani di lavoro, altri destinati alle attività produttive: è il caso di un piccolo palmento posto all’inizio dell’abitato e di una calcara, quasi interamente ricavata nella roccia. Ci sono, infine, delle fonti, una delle quali, scavata a mo’ di grotta, presenta una sorta di vasca lavatoio e una cisterna affiancata. L’abitato presenta in più parti strutture murarie realizzate con tecnica tarda. Queste, unitamente ad un certo numero di ambienti di forma rettangolare posti nella parte iniziale dell’insediamento, sono da riferire, come evidenziato anche da recenti interventi archeologici, all’età moderna. Quest’ultimo aspetto ci porta a trattare, seppur per sommi capi, la questione della cronologia dell’intero sito. Infatti, si è notata la tendenza, in letteratura, a voler riferire l’insediamento, nel suo insieme, all’età medievale o addirittura all’età bizantina. Ora, se da un lato è evidente che alcuni settori potrebbero essere riferiti al Basso medioevo, dall’altro è opportuno evidenziare quanto alcuni aspetti molto importanti: la strada principale del villaggio, quasi interamente scavata nella roccia, mostra in più punti di aver tagliato strutture con profilo a sacco da interpretare inequivocabilmente come silos; la presenza di fosse granarie, tagliate e riempite da porzioni di muratura, è attestata anche nell’area ora occupata dal nucleo di abitazioni in cui sono presenti tarde murature in pietrame;  anche la calcara, ancora di incerta datazione, è stata con tutta evidenza ricavata all’interno di un grande silos; le unità rupestri poste nel settore centrale dell’insediamento, ed in particolare quelle poste al livello più alto, sono state sempre interpretate come abitazioni fornite di un foro, posto alla sommità delle cupole, funzionale alla fuoriuscita del fumo. Anche in questo caso, invece, è evidente che ci trova in presenza di grandi silos successivamente trasformati, con il taglio regolare delle pareti e l’apertura di porte e finestre, in vere e proprie abitazioni. Le modifiche apportate alle strutture non consentono di stabilire con certezza se i silos fossero originariamente del tipo a sacco o a campana. Possiamo così affermare, in conclusione, che prima della realizzazione dell’insediamento, inteso come villaggio strutturato, l’intera area, interessata unicamente dalla presenza di silos, doveva apparire come un unico, grande granaio.

PH. Domenico Iannello

Ma quello di Zungri costituisce, in realtà, un “unicum”, un villaggio rupestre che non è mai stato realmente abbandonato in quanto sempre vissuto, anche se in modi diversi, utilizzato da sempre dai contadini fino a quando, negli anni ’80-90 non è stato espropriato dal Comune per renderlo fruibile. Il sito vive ancora, non solo per le innumerevoli visite, ma anche grazie alle molteplici attività che nel corso di questi ultimi anni sono state organizzate. I lavori di riqualificazione per migliorarne la fruibilità e gli apparati tecnologici multimediali ottenuti grazie ad un finanziamento comunitario, lavori eseguiti nel 2015, hanno permesso di poter lavorare in maniera professionale, facendo conoscere al pubblico il sito rupestre, soprattutto grazie all’ ausilio dei social. Ed infatti, i risultati non sono tardati ad arrivare, e già le attività museali riferite all’anno 2017 si sono concluse con un bilancio molto positivo, 23.500 ticket venduti nel 2017 (contro gli 11.000 ticket registrati nel 2016) ed abbiamo chiuso il 2018 con 25.500 ticket ed oltre 30.000 visitatori. L’aumento sostanziale di visitatori ha reso possibile, quindi, la programmazione di molteplici iniziative che hanno visto il sito archeologico protagonista di eventi molto importanti.

PH. Salvatore Mazzeo

 

IL MUSEO DELLA CIVILTA’ CONTADINA DI ZUNGRI

PH. Lorenzo Emanuele Labate

In questi anni di intense attività le attività museali hanno anche riguardato mostre di opere d’arte di vari artisti locali nei periodi di maggiore afflusso, lo svolgimento di laboratori didattici con vari gruppi e scolaresche, interscambi con varie associazioni culturali del territorio, intessendo, così, una rete per la promozione del territorio che dal mare arriva nell’entroterra e l’instaurazione di una fattiva collaborazione di co-marketing con varie aziende del territorio mirata alla promozione del sito rupestre. Inoltre, il sito rupestre è stato scelto come tappa per molteplici raduni di club calabresi e siciliani, di macchine d’epoca, moto d’epoca, motoraduni, raduni di gruppi scout, ecc. Sono stati accolti ed ospitati gratuitamente associazioni di ragazzi portatori di handicap e di ragazzi disagiati, in collaborazione, sempre, con associazioni di volontariato operanti sul territorio. Spesso le Grotte sono state scenario di set fotografici. Protagonista, ultimo, Mimmo Russo HairStylist ed il suo staff, che ha scelto il sito come sfondo perfetto per l’ambientazione del catalogo della sua nuova collezione MR. L’artista ha scelto di rimanere in Calabria e di creare un ponte diretto con Londra, veicolando, così, l’immagine della nostra terra attraverso le sue collezioni. Quindi, il sito di Zungri, sarà presentato, grazie a questa collezione, nei maggior atelier londinesi.

Stiamo già lavorando alla programmazione degli eventi per la stagione 2019!!!

PH. Marielle Epifanio

Possiamo quindi affermare che tutto il lavoro messo in campo per la valorizzazione dell’Insediamento Rupestre comincia a dare dei risultati. I lavori di riqualificazione, l’apparato multimediale, che consente di interloquire con i visitatori e le varie attività che si svolgono nel sito archeologico giocano un ruolo fondamentale. Ma, affinché un luogo viva, chi ne ha la custodia, deve fare in modo che ci sia dinamicità e non staticità. Le GROTTE esistono da sempre, sono state strutturate per un uso ben preciso che non si conosce, hanno sicuramente cambiato destinazione nel corso dei secoli e sono giunti fino a noi cosi, come oggi le vediamo. Innanzi tutto è di fondamentale importanza che la ricerca continui. Sono innumerevoli le cavità che ancora devono essere esplorate e già il Campo Speleologico che si è svolto nel mese di maggio 2017 ne ha portato alla luce tantissime.

“Servono finanziamenti mirati sia alla salvaguardia delle cavità stesse che alla messa in sicurezza dei percorsi che diano la possibilità anche di poter raggiugere le cavità al di fuori del nucleo centrale” – ci confessa Maria Caterina Pietropaolo (Coordinatrice del Museo della Civiltà Contadina ed Insediamento Rupestre) “…servono risposte ai vari interrogativi che da sempre accompagnano questo sito. Servono ricerche storiche, antropologiche, archeologiche. Cos’era questo posto, chi lo ha scavato, esiste una necropoli, un luogo di culto, come è stata l’evoluzione di questo sito? E le cavità che stanno venendo alla luce sono di epoca più antica del sito stesso? Tutti interrogativi che aspettano una risposta” !

“…Se i dati lo confermeranno, l’Insediamento Rupestre di Zungri sarà, in termini numerici, uno dei siti archeologici più visitati della Calabria, anche nell’anno 2018, avendo, alla data odierna, già superato il numero dei visitatori dello scorso anno. E questo è motivo di orgoglio. Lo è innanzitutto per l’attuale amministrazione comunale, che ha puntato moltissimo sulla valorizzazione del sito, riuscendo ad ottenere i finanziamenti che hanno permesso di dare lustro a questo luogo e che si sta adoperando per ottenerne altri, lo è per chi lavora con passione e dedizione e lo è per gli zungresi che sono stati custodi inconsapevoli di tale meraviglia, preservandola e tutelandola. Ma lo è anche per la provincia di Vibo Valentia così come per la Calabria tutta. Questo sito può fare da volano all’ intera economia della cittadina e del territorio. Indubbiamente è un luogo particolare, unico, raro. Il connubio mare, pianura è ottimale. Bisogna incentivare sempre di più le visite al sito. Certo, con moderazione. Bisogna tenere sempre conto che il sito va tutelato e custodito per essere tramandato. Vanno incentivate le visite scolastiche per tramandarne la memoria storica. E qua, forse più che in altri casi, il Museo della Civiltà Contadina gioca un ruolo fondamentale. Tramandare la memoria storica. I ragazzi devono vedere, toccare, capire come si è giunti al benessere. Devono capire il valore del sacrificio, del lavoro nei campi, devono capire il valore di ogni singolo oggetto custodito nel Museo. Questo è il compito prefisso. Valorizzare, custodire, tramandare. Lavorare per dare le giuste informazioni, lavorare per organizzare eventi, lavorare per coinvolgere la comunità che custodisce questo bene, lavorare, sempre congiuntamente all’ amministrazione comunale, per continuare a dare vita al sito rupestre di Zungri. Ma il sito di Zungri, oltre ad avere la necessità di essere studiato e valorizzato, per le criticità che mostra, ha la necessità di essere conservato. Zungri è un insediamento a rischio enorme perché sorge su un’area di dissesto geologico e un’area in frana R3-R4. In molti punti, infatti, si notano già delle lesioni, dei cedimenti e degli stacchi perché a monte delle grotte vi è un grande riporto di terreno,alberi e vegetazione e quindi il sito richiede molteplici interventi. Gli ultimi avvenimenti alluvionali hanno seriamente compromesso le prime cavità e la zona denominata area “pic nic”, ovvero l’area delle sorgenti, con frane e smottamenti che hanno divelto in più punti la staccionata facendola crollare nella vallata sottostante e provocato dei distacchi di massi e terreno compromettendo le vasche di raccolta delle acque che costituiscono un elemento fondamentale del sistema di canalizzazione delle acque del sito rupestre. Quest’area, fondamentale anche per lo svolgimento delle manifestazioni, per i danni subiti e per questioni di sicurezza, è stata chiusa al pubblico…”

Arh. Maria C. Pietropaolo

“Bisogna, quindi, intervenire con la massima urgenza prima che le piogge invernali compromettano il sito irrevocabilmente. Bisogna mettere questo Insediamento nelle condizioni di poter continuare a vivere oppure rischia di scomparire. Bisogna intervenire in maniera strutturata a monte non solo con interventi strutturali, di ripristino e conservativi, ma, anche regimentando le acque. Solo così verrà conservato quello che oggi è uno dei patrimoni più straordinari della Calabria”

Noi di Kalabria Experience che abbiamo avuto la fortuna di visitare questo insediamento rupestre ben due volte cogliamo questo accorato appello e lo rivolgiamo a tutti gli Enti competenti, affinchè il sito di Zungri possa diventare PATRIMONIO DELL’UMANITA’ e ottimo esempio per la Calabria di buona gestione e valorizzazione del patrimonio archeologico. Con la speranza di ritornarci presto intanto vi consigliamo di sfogliare la brochure ufficiale  ZUNGRI e iniziare a programmare una visita in questa meravigliosa Cappadocia del sud Italia!

SCARICA L’APP  “ZUNGRI”   (una guida virtuale, una mappa del sito con punti ciclabili con foto e didascalie dell’ insediamento rupestre)!!!

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By Carmine Verduci